Giorgina Busca Gernetti. Commento a una scelta di poesie dal libro di Marco Onofrio “Ai bordi di un quadrato senza lati”

 

 

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Sulla copertina bianca del bel libro di Marco Onofrio spicca un quadrato, al cui centro sta un buco nero racchiuso in un cerchio bianco, da cui s’irradiano fitte linee alternativamente bianche e nere. Una figura senza contorni, non delineata da limiti, stimola suggestioni e fantasie, senso di vertigine, di presenza del vuoto, di un abisso che attende buio.
Chi scrive conosce bene tale sensazione di vuoto, di esistenza quasi irreale in un luogo incerto, senza orizzonte e senza punti di riferimento. Non più sicuro si sente il burattino, passione di Marco Onofrio, scrittore anche di testi teatrali, che si muove sostenuto da fili che «si perdono nel cielo»; fili invisibili sia che il poeta abbia omologato il burattino alla marionetta (effettivamente sostenuta da vari fili invisibili che ne producono i movimenti imposti dal marionettista), sia che si tratti di un vero e proprio burattino, che non è sostenuto da fili ma mosso dalla mano del burattinaio, infilata sotto la veste, che è «padrone» e «Sire» del «Burattino ironico e sublime. / Buffo. A disposizione». I movimenti innaturali del burattino forse raffigurano metaforicamente la condizione esistenziale dell’uomo, sottoposto alla tirannia del vuoto, dell’essere «senza lati» (“Burla”).
Marco Onofrio supera la condizione di burattino buffo dalla vita fittizia guidata da altri e mira verso l’alto, l’immenso, direi quasi l’infinito. Scrive, infatti: «Beati quelli che si accontentano / delle nuvole: io, per me, basto / alle stelle», ove il verbo ‘bastare’ indica non il limite delle sue aspirazioni, ma piuttosto l’anelito del suo animo verso l’infinito. Nella strofa precedente aveva affermato: «L’immenso è troppo vasto / per farsi quietamente / una ragione», mentre nell’ultima strofa dice: «Il filo che mi teneva in piedi / è sempre più liso, sempre più / sottile. Devo afferrarmi / al mondo, ormai, / per non cadere.». Dunque, tornando alla metafora del burattino, Marco Onofrio non può che ammettere: «e la speranza / è disperazione». (“Ai bordi di un quadrato senza limiti”).
Sono tutte pregevoli le poesie di questa scelta, cui chi scrive si attiene in mancanza del libro completo, non ancora in suo possesso. Sembra, tuttavia, opportuno evidenziare alcuni versi “passim” per dimostrare l’intensità dell’immaginazione, il perfetto ritmo metrico, la nitidezza, musicalità, accuratezza del dettato, ben lontano da certi sperimentalismi lessicali, strutturali e ritmici (a-ritmici?).
«Cercammo Dio: non c’era. / La bestia ci sorprese tutti quanti. / Di tante anime ritornò nessuna.» (“La bestia”). E anche «La morte ci tiene nel suo grembo / ci culla, madre della bocca / che usiamo per mangiare / baciare, parlare, vivere / del cielo che racchiude il nostro corpo: / la soglia da cui esce lo spirito, nel mondo / ed entra il vuoto dell’immensità / lungamente s’insinua, faticosamente / ovunque intorno a noi / è dentro noi.» (“La scrofa”).
La poesia “Tuffarsi” è tutta un gioiello, nel pensiero e nel dettato. Efficace la metafora del ‘tuffarsi’; in questa composizione non un tuffo nel mare che inghiotte o in un fiume che trascina via, ma: «Tuffarsi e via, lasciarsi andare / lungo il sottilissimo crinale / che separa l’ora dalla fine… // E il senso?». Che senso ha la vita? Affascina, infatti, quel sottilissimo limite tra il Tempo e il “non più”, il “non esserci più”.
Il senso del libro, oltre che nel disegno simbolico posto in copertina e nella poesia eponima, pare si trovi nella composizione “Quale centro”, soprattutto nei versi finali «Non si esce da quel cerchio / a non finire. / E intorno a quale centro, / incontro a cosa?». Un senso di smarrimento, d’indeterminatezza, una mancanza di finalità dell’esistenza coglie il lettore di fronte a queste domande. «… in quale Itaca / troverò me stesso?» si chiede Marco Onofrio in “Oltre l’orizzonte”. Itaca è una meta, un punto fermo, un desiderio che deve avverarsi; ma dove, ma quando?
Altre poesie si distinguono per le immagini create con grande abilità evocativa, come “Montecristo”, «Ombrosa, isola isolata», e “Infiorescenza”, con cui piace concludere questa lettura
.
«La notte passa radiosa
della sua luce invisibile
con gli occhi di una sposa che sorride:
diamanti smerigliati di rugiada
sui vetri dove, tra meno di un minuto
squillerà il mattino.»

Giorgina Busca Gernetti

Marco Onofrio, Ai bordi di un quadrato senza lati, Marco Saya Edizioni, 2015, pp. 78, € 10

Pubblicata nel blog L’Ombra delle Parole, 14 maggio 2015

POESIE SCELTE  di Marco Onofrio da Ai bordi di un quadrato senza lati (2015) con un Commento di Giorgio Linguaglossa

 

Informazioni su Giorgina Busca Gernetti

Amo la poesia, la musica classica, la danza classica, il canto lirico, l'arte, l'archeologia, i fiori, gli animali e il mare. Compongo poesie fin dall'adolescenza, benché abbia iniziato tardi a pubblicarle. Scrivo anche racconti, recensioni o saggi artistico-letterari. Sono nata a Piacenza e mi sono laureata con lode in Lettere Classiche all’Università Cattolica del S. Cuore di Milano. Sono stata docente d’Italiano e Latino nel Liceo Classico di Gallarate, città dove tuttora vivo. Ho studiato pianoforte presso il Conservatorio Musicale di Piacenza. Sono stata socia di Centri culturali prestigiosi come il “Pannunzio” di Torino, “Novecento Poesia” di Firenze e l’“Accademia Internazionale d’Arte Moderna” di Roma. Ho pubblicato dieci libri di cui otto di poesie Ho pubblicato per Genesi di Torino i libri di poesia "Asfodeli" (1998), "La luna e la memoria" (2000), "Ombra della sera" (2002) e "Parole d’ombraluce" (2006); per le Edizioni del Leone di Venezia il libro "Onda per onda" con prefazione di Paolo Ruffilli (2007); per Youcanprint il libro di poesie d'amore "Amores" con introduzione dal "Simposio" di Platone (2014). Mi sono state pubblicate come 1° premio quattro sillogi di poesie: "Nell’isola dei miti", ALAPAF, Bagheria 1999; "La luna e la memoria", Edizioni del Cenacolo, La Spezia 2000, poi confluita nell’omonimo libro maggiore; "La memoria e la parola", ETS – Il Portone Letteraria, Pisa 2005; "L’anima e il lago", con prefazione di Giuseppe Panella della Scuola Normale Superiore di Pisa, Pomezia-Notizie, Pomezia 2010; seconda edizione con Nota dell'autrice e Rassegna critica per Youcanprint, Lecce 2012 . Il mio saggio critico "Itinerario verso il 27 agosto 1950" è stato pubblicato nel 2009 dal Centro “Pannunzio”, nei suoi “Annali” 2008/2009, per il Centenario della nascita di Cesare Pavese. Per la Puntoacapo Editrice di Novi Ligure ho pubblicato nel 2011 un inserto di sette racconti nell’Almanacco Dedalus n. 1 ("Sette storie al femminile"). Nel 2012 ho pubblicato in volume singolo il saggio pavesiano "Itinerario verso il 27 agosto 1950" per le Edizioni Youcanprint di Lecce. Le "Sette storie al femminile", con Prefazione di A.G. Pessina e Nota dell'Autrice, sono uscite in volume individuale per Youcanprint, Lecce 2013. Nel 2014 ho pubblicato per Youcanprint il libro di poesie tutte d'amore intitolato "Amores", con introduzione di Platone dal "Simposio". Nel 2015 è uscito per Polistampa, collana "Sagittaria", il mio libro di poesia "Echi e sussurri", con prefazione del prof. Marco Onofrio e postfazione-nota editoriale del prof. Franco Manescalchi. Bellissime recensioni Mie poesie, talora tradotte in varie lingue straniere, qualche racconto e saggio artistico-letterario figurano in riviste e antologie anche per la scuola. Sono stata inclusa in alcune storie della letteratura contemporanea e in varie opere di critica letteraria. Eminenti critici hanno espresso giudizi di consenso sulla mia poesia e narrativa. *************** Questo blog non è una "testata" giornalistica e non è aggiornato con regolare periodicità. Privo dei due requisiti che lo dovrebbero contraddistinguere, non può pertanto considerarsi un "prodotto editoriale" ex lege 7/3/2001, n.62. Non è quindi soggetto alle disposizioni e agli obblighi previsti dagli art.2 e art.5 della Legge n.47/1948.
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3 risposte a Giorgina Busca Gernetti. Commento a una scelta di poesie dal libro di Marco Onofrio “Ai bordi di un quadrato senza lati”

  1. Marco Saya Editore, Milano. Puoi trovare il libro al Salone di Torino proprio in questi giorni oppure chiederlo alla casa Editrice oppure su IBS. Grazie . Giorgina

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  2. tonyM ha detto:

    Non conoscevo Marco Onofrio, spero di trovare il libro. Grazie per la segnalazione.
    Buona Vita. Tony

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